martedì 20 agosto 2013

Case dell'acqua, ultima frontiera

Sono sempre più numerosi i Comuni che installano in uno spazio pubblico le “case dell’acqua”, si tratta di punti di erogazione automatica di acqua naturale oppure gassata refrigerata. Il costo in media per un litro d’acqua è di 5 centesimi pagabili con un’apposita carta prepagata o in contanti. Il prelievo si effettua con proprie bottiglie da mezzo litro, un litro, un litro e mezzo o due litri. I Comuni hanno messo in evidenza che le “case dell’acqua” hanno alcuni vantaggi immediati: sono economiche, ecologiche e favoriscono la socialità come punto di incontro. Gli impianti possono essere alimentati da pannelli fotovoltaici e illuminate con luci a led, inoltre si riduce drasticamente la produzione di rifiuti derivanti dagli imballaggi in PET dell’acqua. L’acqua erogata dalle “case”, pur non essendo minerale, è inodore, insapore, ed incolore perché rispetto a quella di rubinetto viene microfiltrata, eliminando in tale modo il cloro, oltre che odori, sapori e colori, qualora presenti.
Secondo quanto dispone la legge, infatti, le acque minerali sono solo quelle che hanno origine da una falda o giacimento sotterraneo e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute. L’acqua minerale ha quindi minerali, oligoelementi ed altri costituenti, che in genere non sono presenti nell’acqua erogata dall’acquedotto.

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